PERSPECTIVES FOR HADRONTHERAPHY


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Con il termine “adroterapia†si intende la moderna tecnica di radioterapia oncologica che utilizza radiazioni adroniche per ottenere il controllo loco-regionale dei tumori. Sono dette adroni tutte le particelle non elementari fatte di quark: protoni e neutroni (ciascuno composto di tre quark di tipo u e d) sono gli adroni più noti. Anche i nuclei degli atomi, sistemi legati di protoni e neutroni, sono adroni. La cessione di energia di protoni di 200 - 250 MeV in tessuto è tale che, anche con una sola direzione di incidenza, è possibile dare una dose elevata a un bersaglio tumorale che si trova a 25 - 30 centimetri di profondità risparmiando i tessuti sani circostanti, molto meglio di quanto non sia possibile fare anche con le più moderne tecniche che usano i raggi X (IMRT). Gli ioni carbonio da 4500 MeV cedono – in ogni segmento del proprio percorso nel corpo del paziente – venti volte più energia dei protoni che giungono alla stessa profondità. Dato questo elevato trasferimento lineare di energia gli ioni hanno una maggiore efficacia biologica dei protoni e non hanno rivali nel controllo dei tumori radioresistenti. In particolare i risultati preliminari ottenuti a HIMAC (Giappone) su centinaia di tumori del polmone e del fegato sono estremamente incoraggianti. Questo contributo si propone come primo scopo la presentazione dell’enorme sviluppo che si è avuto nell’ultimo triennio per ciò che riguarda i centri ospedalieri di adroterapia, ove con il termine “centro ospedaliero†si intende un centro che è dotato di più sale di trattamento ed è unicamente dedicato alla terapia delle malformazioni e dei tumori anche profondi. Nella seconda parte dell’intervento sono descritti i due principali progetti: il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (CNAO) in fase di avanzata realizzazione a Pavia e in cui si potranno trattare oltre 1000 pazienti con fasci sia di protoni che di ioni carbonio a partire dal 2008, e il LIBO, il nuovo acceleratore lineare che, messo a valle di un ciclotrone da 30 MeV utilizzato per la diagnostica medica con isotopi radioattivi, permette di accelerare protoni fino a 200 MeV o più in modo da permettere allo stesso centro di praticare la protonterapia.

Amaldi, U. (2002). PERSPECTIVES FOR HADRONTHERAPHY. Istituto Lombardo - Accademia Di Scienze E Lettere • Incontri Di Studio, 115–134. https://doi.org/10.4081/incontri.2002.13

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